Intervista a “Via Mercanti”: tra il presente e il futuro del giovane cantautore salernitano

Via mercanti

“Via Mercanti”, nome d’arte di Simone Castelluccio, è un giovane cantautore ventenne di origini salernitane. Nei suoi brani, pubblicati fino ad ora, si nota la sua delicatezza nel parlare dei sentimenti e delle emozioni, associandoli alla sua terra. La sua verve e il suo talento lo hanno già portato a calcare palcoscenici per giovani artisti emergenti, rafforzando la sua crescita personale e artistica.

Il suo ultimo singolo si chiama “Salerno è morta”. Un brano che parla di un amore finito troppo in fretta. Una storia associata al ricordo di una città dalla quale si è andati via alla ricerca di sé stessi.

Abbiamo scambiato quattro chiacchiere con lui e vogliamo proporvi, di seguito, la sua intervista.

Da dove nasce l’ispirazione per il tuo nome d’arte? 

«L’ispirazione per il mio nome d’arte, Via Mercanti, nasce dal desiderio di portare nella mia musica le mie radici, la mia terra e ciò che sono. Sono profondamente legato alla mia famiglia, alla mia infanzia e, in particolare, ai miei nonni, che rappresentano una parte fondamentale della mia vita. Via Mercanti è il cuore di Salerno. Il centro storico della città che ho voluto far mio portando nella mia musica. Il cuore del mio “centro storico”, così come Via Mercanti rappresenta il cuore pulsante di Salerno».

Quali sono state le tue sensazioni e cosa hai pensato quando lo hai scelto per la prima volta? 

«All’inizio ero molto timoroso, non ero sicuro che questo nome potesse rappresentare pienamente ciò che desideravo trasmettere a chi mi ascolta. Però, allo stesso tempo, è stato quasi un “amore a prima vista”: non ho avuto tentennamenti né ripensamenti. Dentro di me sentivo che Via Mercanti era il nome giusto per me, e speravo che potesse esserlo anche per chi avrebbe ascoltato la mia musica».

C’è stato un momento preciso nel quale hai capito che volevi fare musica con uno stile tuo, che si differenziasse da ciò che già si trova sul mercato discografico? 

«Sì, è successo qualche anno fa, quando ho iniziato a scrivere canzoni tra le quattro pareti della mia camera, subito dopo il periodo del Covid. In quel momento c’erano tante persone che cercavano di reinventarsi, di trovare qualcosa da fare. Per me, la musica è diventata un mezzo per uscire dagli schemi, per esprimere me stesso nel modo più autentico possibile. 

Ho capito che, per farlo davvero, avevo bisogno che la mia musica mi rappresentasse senza filtri, con sincerità. Col tempo, ho maturato sempre di più l’idea di voler creare qualcosa di mio. Uno stile personale che raccontasse la mia storia e le mie esperienze, con verità e cuore».

Nei tuoi brani si parla tanto di sentimenti e della tua città, vale a dire Salerno. Posso chiederti cosa rappresenta per te la tua terra e perché hai scelto di renderla protagonista dei tuoi brani? 

«Sì, nei miei brani do molto spazio ai sentimenti, al lato emotivo e relazionale delle persone, ma anche a Salerno, la città in cui sono nato e cresciuto e che continua ad essere parte integrante della mia vita. La mia terra non è solo il luogo in cui vivo: per me rappresenta le mie radici, la mia infanzia, i ricordi più autentici e il cuore della mia identità. È un punto di partenza, un ponte tra ciò che sono stato e ciò che sarò. Salerno è il mio passato, ma anche il motore che ispira il mio futuro.

Il mio progetto musicale nasce proprio da questa consapevolezza: partire dalla mia terra, dal suo calore e dalla sua umanità, per raccontare storie che vadano oltre i confini geografici, capaci di parlare a chiunque, ovunque. È il mio modo per dare voce a ciò che mi ha formato, rendendolo universale attraverso la musica».

Tornando ai sentimenti e alle emozioni, quanto c’è di autobiografico nei tuoi testi e quanto è importante per te fare arrivare ciò che vuoi dire a chi ti ascolta? 

«Nei miei testi c’è tantissimo di autobiografico. Scrivere per me significa raccontarmi, mettere a nudo quello che vivo e sento, senza filtri. Il mio obiettivo è sempre quello di portare verità in ciò che canto, perché credo che l’autenticità sia il ponte più diretto per creare un legame reale con chi mi ascolta. È fondamentale per me riuscire a trasmettere ciò che provo: emozioni, dubbi, gioie, dolori. La soddisfazione più grande arriva quando qualcuno mi dice di essersi ritrovato nelle mie parole, nei miei testi. In quei momenti sento che la mia musica ha davvero fatto il suo percorso, arrivando al cuore di chi l’ascolta». 

La tua “vena artistica” è annoverabile tra i nuovi talenti indie che stanno emergendo sempre di più. Ci sono dei tuoi colleghi con i quali scambi opinioni o che trovi più affini al tuo modo di fare musica? 

«Sì, ci sono diversi amici e colleghi con cui mi confronto spesso e con cui condivido questa passione ogni giorno. È bello crescere insieme, scambiarsi idee, confrontarsi anche sui dubbi e sulle ispirazioni.Credo che in questo momento ci siano tanti artisti molto validi sulla scena, e alcuni li sento davvero vicini al mio modo di fare musica, sia per il linguaggio che usano che per l’approccio emotivo e sincero che mettono nei loro brani. Di molti di loro ho grande stima, non solo per il talento, ma anche per il modo autentico in cui vivono questa inclinazione artistica».

Quali sono le tue prospettive future? 

«Per il futuro, il mio desiderio più grande è che le canzoni che ho scritto e quelle che stanno per arrivare, possano raggiungere sempre più persone. Ho ancora tantissimo da dire, tante storie da raccontare, e ogni brano che pubblico è una parte di me. Ci tengo profondamente che la mia musica venga ascoltata e apprezzata per ciò che è: autentica, sincera, vissuta. 

Sto lavorando molto, con passione e determinazione, e spero che tutto questo impegno possa tradursi in una connessione sempre più forte con un pubblico giovane, sensibile e appassionato di musica indie pop contemporanea. Uno dei miei obiettivi principali è portare tutto questo sul palco, nei contesti live, dove la musica diventa incontro, emozione condivisa e scambio reale con chi ascolta».

Cosa bolle in pentola in vista dell’uscita del nuovo disco? 

«Come ti accennavo, l’uscita del mio nuovo EP rappresenta qualcosa di molto importante per me: racchiude tante parti della mia storia, della mia crescita e del mio modo di vedere il mondo. Ci tengo davvero tanto. In vista dell’uscita sto lavorando intensamente alla preparazione dei live, perché non vedo l’ora di portare questi brani sul palco e condividerli con il pubblico durante l’estate. In questo progetto ci sarà anche una bellissima collaborazione con Tramare Film per la realizzazione dei videoclip, e il prezioso supporto del Nuovo IMAIE, che ha creduto in me e nel mio lavoro. Sono davvero carico per quello che verrà, e spero che chi ascolterà questo EP possa sentirsi parte di tutto questo percorso».

Chi ti ha spinto verso la strada della musica e chi, dal primo giorno, ti sostiene nel tuo percorso di crescita e ti motiva sempre? 

«Il mio percorso nella musica è iniziato quasi per caso, frequentando una scuola di recitazione. È lì che ho conosciuto la mia attuale insegnante di canto, che mi ha introdotto in questo mondo e mi ha aiutato a scoprire una parte di me che forse non conoscevo ancora del tutto. Fin da piccolo ero affascinato dal mondo dello spettacolo, e mia madre ha sempre sostenuto questa mia passione, iscrivendomi a questa scuola. È stata lei la prima a credere davvero in me, a spingermi a seguire ciò che mi faceva stare bene. 

Ancora oggi è la mia prima fan e il mio punto di riferimento più grande. Nonostante le difficoltà e gli ostacoli che questo percorso comporta, non ha mai smesso di sostenermi e di credere nel mio sogno. E questo, per me, vale più di ogni altra cosa».

Non resta dunque che augurarsi che le dolci onde del mare sulle rive di Salerno portino il più lontano possibile questo giovane e talentuoso cantautore. Un ragazzo che ha ancora tanto da raccontare.

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