“Surfin’ bird” (Maninalto!) è il nuovo singolo dei The Hormonauts, diponibile da venerdì 2 maggio su tutti i digital stores. Ci vuole coraggio e una buona dose di follia per rivisitare dei pezzi che hanno fatto la storia della musica punk rock. E la band italiana, che torna dopo anni sulle scene, sembra averne la giusta stoffa.
Dopo quindici anni di silenzio discografico, la band cult torna finalmente sulle scene musicali, pronta a riportare tutta la propria energia irriverente e inconfondibile al pubblico che li ha amati e ai nuovi ascoltatori curiosi di scoprire la loro evoluzione sonora.
The Hormonauts si riaffacciano con una rivisitazione esplosiva di uno dei brani simbolo del surf anni ’60, immaginato come se fosse passato tra le mani di un DJ impazzito, disperso nella giungla amazzonica e travolto da allucinazioni sonore, in un viaggio psichedelico tra ritmo, tribalismo e visioni folli. Con la loro capacità di trasformare e reinventare pezzi storici, i The Hormonauts riaffermano il loro ruolo di innovatori sonori, confermando un approccio creativo fuori dagli schemi e sempre irresistibilmente fresco.
“Abbiamo immaginato il brano pensato nella mente di un DJ disperso all’interno della foresta Amazzonica in preda ad allucinazioni sonore – dichiarano i The Hormonauts – così come è stato per la nostra rivisitazione di ‘Staying Alive’, ci piace ‘hormonizzare’ e stravolgere brani originali con l’intenzione di collocarli in altre galassie sonore; gli arrangiamenti che adattiamo ci fanno divertire e proporli al pubblico è una grande soddisfazione.”
Biografia
Nati nel 1999, The Hormonauts sono una delle band più originali della scena musicale alternativa italiana. Il loro stile inconfondibile fonde le sonorità del rockabilly con l’energia del punk rock e un tocco di country, il tutto condito da una forte ironia che li ha sempre contraddistinti.
La band ha conquistato il pubblico grazie a brani trascinanti e a una cover sorprendente di “Staying Alive”, che ha scalato le classifiche radiofoniche nazionali. Nel corso della carriera, i The Hormonauts hanno calcato i palchi di importanti festival internazionali, come il SXSW di Austin (Texas) e l’Eurosonic di Groningen (Olanda), e hanno condiviso la scena con nomi come The Cramps, Manu Chao e Rancid.
Nel 2025, la band torna protagonista con due nuovi singoli, “Turn on the Light” e “Surfin’ Bird”, pronti a infiammare fan vecchi e nuovi con il loro sound travolgente. Se ami la musica che rompe gli schemi, The Hormonauts sono una certezza.
Un inizio esplosivo
La cover di questo brano cult dei Ramones, pionieri del punk rock con le loro chitarre e i loro giubbini di pelle neri iconici, si apre con un’onomatopea, riadattando in chiave seppur goliardica il brano originale. Il risultato è un ritmo incalzante, in grado di trasferire subito nelle orecchie dell’ascoltare l’atmosfera del brano, portandolo in un immaginario caotico ma al tempo stesso coinvolgente.
Il coraggio di cambiare
Il rischio, quando si toccano i “mostri sacri” della musica è lo stesso: rischiare di realizzare una “copia carbone” del pezzo o un brano che non incida per nulla. Ebbene, in questo caso, è possibile dire che nessuna di queste opzioni è avvenuta. La vera furbizia e forza di questo brano tributo, infatti, risiede nel fatto di avere riarrangiato la parte musicale, spingendo su una base riempita da rumori di fondo che si mescolano in modo sapiente e mai eccessivo alla voce del cantante, portando a vedere in chiave diversa il senso del brano stesso, già di per sé leggero ma essenziale nel suo svolgimento.
Nel caos la soluzione
La sensazione, ascoltando questo pezzo, è quello di trovarsi in un locale con birra, musica ad alto volume e una dose smisurata di entusiasmo. Il “caos” sonoro, in questo senso positivo, favorisce un clima psichedelico che si dispiega all’interno del brano, favorendo un’esperienza divertente e innovativa per le orecchie di chi lo ascolta. In questo caso, più di qualunque altro, la band non si è limitata ad un mero esercizio di stile ma ha fatto sua l’anima, la vera essenza di questo brano, aggiungendoci il proprio “graffio” distintivo.
Ripetizioni
L’inizio e la parte centrale, in questa composizione sono emblematici. L’apertura, infatti, è scandita da un suono non riconducibile a nulla di conosciuto, e sembra volere solo stordire le orecchie degli ascoltatori, facendo capire che si trovano dinnanzi a qualcosa di completamente diverso e mai visto. Il ritornello, invece, dopo la famosa parola “Surfin Bird” è un rigurgito di rumori, voluti e non voluti sottolineando il mood che si mantiene coerente per l’intero pezzo.
La diversità degli elementi
Come un cocktail ha bisogno del giusto dosaggio di ogni ingrediente così una canzone, per funzionare, spesso deve riuscire a unire diversi generi. In questa “cover” (anche se chiamarla così sarebbe a dir poco riduttivo) la band protagonista ci riesce benissimo, passando in modo agile da sinfonie elettroniche a quelle rock, regalando a questa perla del punk una nuova vita.
La missione è più che mai portata a termine: più che assomigliare o renderti uguale agli altri fai qualcosa che possa renderti così folle agli occhi degli altri nel non averlo fatto.