Chiamo io chiami tu

Il testo di “Chiamo io chiami tu” di Gaia, presentato a Sanremo 2025, è un’esplosione di contrasti emotivi. Un mosaico di immagini e sensazioni che raccontano una relazione complicata, fatta di vuoti e pieni, di silenzi assordanti e parole non dette. Gaia ci porta dentro un vortice di emozioni in cui la quotidianità diventa lo sfondo di un amore instabile. Un sentimento precario, quasi effimero, che si consuma nella ripetizione di gesti e rituali sempre uguali, proprio come un lunedì che si ripete senza tregua.

Il cuore del brano pulsa intorno al tema della dipendenza emotiva e dell’incapacità di lasciar andare. La relazione descritta non è sana né costruttiva, ma i protagonisti sembrano incapaci di interrompere il ciclo di chiamate, silenzi e ritorni.
La frase “Chiamo io chiami tu” diventa un mantra ossessivo, quasi infantile, che riflette un gioco di potere e fragilità emotiva. È il bisogno disperato di non restare soli, anche a costo di vivere un amore tossico.

Il testo gioca sul paradosso: “Niente di serio se uno dei due se ne va”, ma ogni parola trasuda esattamente il contrario. Dietro l’apparente leggerezza si nasconde una ferita profonda, quella di un legame che, anche se fragile, definisce l’identità di chi lo vive. Le immagini evocate da Gaia sono forti e poetiche.

“Come i rami contorti dell’edera ci aggrappiamo a una scusa ridicola”

Frasi che rappresentano la capacità umana di restare ancorati a ciò che ci fa male. Un po’ per paura del vuoto, un po’ per quella dell’ignoto. Le emozioni sono crude, dirette, mai edulcorate. C’è il dolore di una bugia nascosta sotto le labbra. Il bruciore di un silenzio che fa più male di mille parole. Il ricordo di quando tutto era un gioco e la nostalgia per quella leggerezza ormai perduta. Il ritornello martellante, con la ripetizione ossessiva di “Chiamo io chiami tu”, diventa quasi ipnotico. Un’eco emotivo che sottolinea l’impossibilità di spezzare la catena della dipendenza affettiva. Musicalmente, la scelta di un ritmo incalzante e di una melodia che alterna momenti più intimi a esplosioni di energia accompagna perfettamente l’andamento altalenante del testo. Come se la musica stessa volesse imitare l’instabilità della relazione descritta.

Gaia riesce a trasmettere una sensazione di verità cruda, senza filtri, con una scrittura che sembra più una confessione personale che un testo pensato per una competizione canora. Il brano, pur nella sua apparente semplicità, è ricco di sfumature e significati nascosti, una poesia di contrabbando che si insinua nell’anima e lascia un segno. “Chiamo io chiami tu” non è solo una canzone d’amore: è il racconto di un conflitto interiore, di una lotta tra il desiderio di libertà e la paura della solitudine, tra la voglia di dimenticare e il bisogno disperato di essere ricordati.

di Sissy

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