Disponibile il videoclip di “PICCOLO ME”. Il singolo d’esordio da solista di Plant – già membro de La Sad – pubblicato il 28 marzo per M.A.S.T./Believe.
“Piccolo me” è un brano intenso, introspettivo, che racconta la crescita e la necessità di saper ricordare. Un ponte tra ciò che eravamo un tempo e ciò che diventeremo.
Quando ci siamo accorti di essere diventati grandi? Quand’è che le cose sono veramente cambiate?
In un non luogo e un non tempo, percorrendo una nuova direzione, Plant si racconta in una forma inedita.
Al secolo Francesco Clemente
Dai contest di freestyle a soli 15 anni, ai primi singoli pubblicati dopo il trasferimento a Milano. Fino ai successi con La Sad e alla consacrazione sul palco di Sanremo: la storia di Plant, classe 1999, è tutto fuorché convenzionale.
Le sue radici affondano ad Altamura, città del Sud che resta impressa nella sua musica come un marchio indelebile. Un luogo fatto di amore, bullismo e rancore, che ha segnato profondamente la sua identità artistica e personale.
Il passaggio da un monolocale milanese ai riflettori della scena nazionale è stato breve ma intenso.
Con La Sad, Plant ha vissuto quattro anni di successi, trasformazioni e crescita. Un progetto musicale unico in Italia, che ha saputo parlare a una generazione in cerca di voce e verità.
Dal 2025, Plant sceglie di camminare da solo. Ma lo fa senza perdere la voglia di creare qualcosa che sia collettivo, vero e nuovo. Il suo primo singolo da solista, “PICCOLO ME”, è un ritorno alla narrazione personale: un brano più intimo, riflessivo e consapevole, che punta a portare l’alt pop italiano verso una dimensione più autentica e profonda. Una dichiarazione d’intenti, che mescola introspezione e modernità, malinconia e forza. Plant si presenta in una veste nuova, con il desiderio di parlare in prima persona, senza filtri, con un linguaggio diretto ma poetico.
Plant è pronto a scrivere un nuovo capitolo
Toc toc. Un paio di tocchi di nocche su una porta a introdurci e farci entrare in questo brano. Si tratta di “Piccolo Me“, primo singolo di “Plant” (già conosciuto per “La Sad“) che, con questo pezzo, inizia di fatto il suo nuovo progetto artistico da solista. Già dai primi secondi è possibile percepire una voce graffiante e rabbiosa, con il proprio “io adulto” che dà dei consigli al proprio “io bambino” in modo che non si perda tra i lacci intrecciati di una vita difficile.
Vorrei parlare con il piccolo me per non farlo diventare come sono io
Un rewind. E’ questo si auspica l’autore del brano parlando con sé stesso, in un dialogo interiore sofferto con la propria coscienza, impersonificata da un ragazzino coi capelli blu. La continuità dei tratti fisici vuole rappresentare il percorso personale fatto da una persona, la sua evoluzione negli anni.
“Non sai quanto mi manca una vita senza età
Le serate al vecchio bar“
Tanti vorrebbero essere “Peter Pan”, l’eterno ragazzo che ha affascinato generazioni intere. Il tempo, però, non lo si riesce a fermare e con esso cambiano le abitudini delle persone. È così che, con una piccola dose di nostalgia, ma anche consapevolezza di ciò che si vuole diventare in futuro, il brano diventa una specie di ponte. Un legame tra tre elementi diversi: passato, presente e futuro. Ciò che lo differenzia è che lo fa con un suo stile, mantenendo la coerenza dell’artista stesso all’interno di esso.
“Fidati piccolo me non sorridere a metà“
Il dialogo diretto tra presente e passato ritorna in modo ciclico all’interno del brano. Anche qui, dinnanzi agli anni che passano, si vuole spingere ad avere fiducia in ciò che si è, dando uno sguardo al passato ma considerandolo, al tempo stesso, solo un piccolo mattoncino all’interno della formazione della propria personalità.
“Ti chiameranno tossico, stupido emo
Ma poi ti applaudiranno quando finirai a Sanremo
Non avrai più nessuno se non il tuo psicologo
Il peso dentro di un disturbo cronico“
Il riferimento arriva in modo chiaro. Nella vita di “Plant” ci sono state persone che non hanno creduto in lui, etichettandolo e non comprendendo, o non provandoci neanche, l’essenza della sua anima. E’ a loro stessi, infatti, che lui indirizza il senso di queste frasi, tacciandoli di essere passati dalla sua parte nel momento in cui è riuscito a raggiungere il successo.
L’intero brano riesce a toccare diversi temi, tra i quali spiccano la crescita e la rivalsa, oltre al credere in sé stessi per raggiungere i propri obiettivi, a prescindere da chi nel corso della vita potrebbe remare contro.
Il merito di “Plant” è, di sicuro, quello di mettere a nudo ogni suo pensiero, senza avere bisogno di ricorrere a filtri di alcun genere.
Il risultato è un testo che, nella sua essenza, riesce a farsi capire e sancisce, in modo probabile, la nascita di un nuovo “Plant“, che non va a sostituire bensì a svelare un nuovo lato, un altro colore che ancora non si era visto fino ad ora.