Febbraio è segnato dal romanticismo, lo sappiamo un po’ tutti. Tra San Valentino e San Faustino si festeggia l’amore di coppia e quello per se stessi. La band romana Isoladellerose ci accompagna in questo nobile sentimento trasportandoci in un piccolo “istante” che nella memoria dura per sempre. È, infatti, disponile dal 31 gennaio “Sabato sera” il loro ultimo singolo.
Il brano precede quello sarà il loro prossimo live tutto romano. L’appuntamento, infatti, è per l’otto marzo – la festa delle donne – sotto il palco di Largo Venue. Una data da segnare sul calendario per poter festeggiare sotto un tappeto di stelle e rose.
“Sabato sera è la voce nella testa
che sussurra “via di qua”
è guidare a fari spenti: luci di città.
Sabato sera è giocare a farci male
E fare a pezzi la realtà,
disegnare un’altra storia, quello
che ci va.”
Fin dalle prime note, l’ascoltatore è immerso all’interno di un contesto puramente sociale. Un leggero vociale precede la voce chiara e lenta di Federico Proietti. Un sabato sera che viene caratterizzato da quelle emozioni che restano assopite durante l’arco della settimana. Un modo per potersi fermare, per poter respirare, per poter incontrare nuovamente le facce amiche. Ma anche un modo per non pensare alla quotidianità lasciandosi andare a quel puro istinto fatto di irresponsabilità e luci che si susseguono nei profili dei palazzi.
“Esci di casa vestita e truccata,
pronta a brindare ad un’altra serata,
che poi non è chiaro se è per festeggiare
o se vuoi soltanto provare a staccare.
Ma dai non importa, solo questa volta,
Ma che male c’è?”
Parole che, siamo sicuri, si incollano perfettamente addosso alla maggioranza delle persone che leggeranno questa recensione. Lì, intenti a guardarsi allo specchio, mentre si indossa la maschera della socialità. Lì, mentre si cerca di andare anche contro il buon senso o contro la voglia di richiudersi a riccio. Festeggiare o staccare, esiste davvero una differenza? L’unica certezza è la ricerca di compagnia, la voglia di stare al fianco di qualcuno. Guardarsi negli occhi, leggersi nel pensiero, lasciare andare le paranoie che il giorno porta con sé, anche solo per poche ore.
“Puoi fidarti di me
Questa notte è per sempre
Finché l’alba non c’è
Fermati a questo istante”
Ed ecco che arriva, come quasi fossimo in una favola, quella persona che ci fa da Cicerone all’interno dei nostri sentimenti. Chi è cresciuto con la Disney può avere ben chiara l’immagine di Aladdin che tende al mano a Jasmine prima di salire sul tappeto volante. Ed è un po’ così… chiaro e lampante. Un sorriso che si apre, una notte che potrebbe durare solo fino all’alba, ma che allo stesso tempo è eterna. Si stampa nei ricordi, nei respiri condivisi, in quel senso di affidabilità e di cedimento che si sta provando. Due cuori che battono all’unisono, incrociati dalla stessa voglia. Un sentimento che potrebbe persino essere pilotato dalla mera eccitazione, dalla semplice attrazione, o dal tasso alcolemico. Un’emozione che non deve avere un’etichetta e la si vive semplicemente perché se ne ha voglia.
“Sabato sera
è la voglia di gridare in faccia al mondo che ci va
di tendere tra le dita la felicità.
Prendo coraggio e ti invito a ballare,
Mi prendi la mano e ordini da bere.
L’ansia è passata,
Poi torna di nuovo più forte di come l’avevi lasciata.
Ma dai non importa, solo un’altra volta,
Ma che male c’è?”
Un sabato sera in cui ci si innamora e crollano tutte le certezze. Una notte in cui bastano pochi gesti, pochi tocchi per poter sentire il proprio cuore che perde una palpitazione. Non importa neanche sapere chi realmente si ha dall’altra parte quando tutto sembra semplicemente incastrarsi. Qui il ritmo accelera, quasi a simulare quei due cuori che iniziano la loro danza. Una lenta e romantica perdizione in passi di ballo e mani che si sfiorano. Menti che possono lasciare al di fuori le preoccupazioni in attesa che subentri la riflessione sulla natura di questo sentimento. Non si è però soli in questo percorso ed è forse questa la reale consolazione.
Avevamo lasciato i tre ragazzi romani nella loro lenta discesa nella perdizione fisica, li ritroviamo più romantici che mai. “Se andrò all’inferno tu verrai con me” segnava il rovinoso percorso verso l’amore carnale, qui ci si scalda l’anima. Un appello, dunque, a tutti quei cuori che in quell’istante – in quella notte – si sono innamorati. Una preghiera di condivisione perché basta solo il sorgere dell’alba per poter decidere che emozioni portare con sé e quali lasciar andare.
Noi siamo pronti a lasciare il nostro cuore sotto il palco di Largo Venue l’otto marzo… e voi?