Scritto e diretto da Macon Blair, The Toxic Avenger segna il ritorno sullo schermo dell’eroe mutante più celebre della casa di produzione Troma, a quasi quarant’anni dall’originale di Lloyd Kaufman.
Al centro della vicenda c’è Winston Gooze (Peter Dinklage), un inserviente qualunque schiacciato dalla fatica e dall’indifferenza del mondo, che una notte è contaminato da sostanze tossiche e trasformato in un essere mostruoso e indistruttibile. Da questa metamorfosi nasce un antieroe pronto a brandire il suo spazzolone radioattivo contro magnati corrotti e criminali senza scrupoli, nel tentativo di salvare sé stesso e proteggere il figlio (Jacob Tremblay). Completano il cast Taylour Paige, Julia Davis, Elijah Wood e un Kevin Bacon in vena di sfrenata cattiveria.
Tra omaggio e compromesso
Il film di Blair è insieme un atto d’amore verso il cult del 1984 e una sua inevitabile addomesticazione. Se da un lato abbondano i riferimenti, le citazioni e le strizzate d’occhio alla filmografia Troma – fino al cameo dello stesso Kaufman –, dall’altro la messa in scena appare più levigata, priva di quell’anarchia sfrontata che aveva reso il prototipo indimenticabile. Le mutilazioni, gli schizzi di sangue e lo humour grossolano ci sono, ma sempre contenuti entro i limiti di un prodotto che non osa mai davvero turbare. Più pop-punk che punk, come se la ferocia originale fosse stata sostituita da una parodia gentile e innocua.
Dinklage, Guerreiro e il doppio corpo del mostro
La scelta di separare voce e fisicità del personaggio funziona solo a metà. Peter Dinklage presta al Toxic Avenger la sua voce, il sarcasmo e un registro malinconico che umanizza il personaggio, mentre è l’attrice Luisa Guerreiro a incarnarne la presenza corporea. Una soluzione che evidenzia la natura scissa dell’eroe, ma che lascia lo spettatore con il dubbio di un’occasione mancata: quanto più radicale e memorabile sarebbe stato vedere Dinklage interpretare direttamente il mostro?
Accanto a lui, Jacob Tremblay porta sensibilità al rapporto padre-figlio, mentre Elijah Wood si diverte in un ruolo bizzarro e deformato. È però Kevin Bacon a rubare la scena: il suo villain è sopra le righe quanto basta per restare impresso, con una recitazione volutamente esagerata che ridà smalto a ogni sequenza in cui compare.
Satira sociale senza veleno
Se l’originale trovava la sua forza nella commistione tra trash e critica sociale – con un’America anni ’80 rappresentata come discarica morale e ambientale – questo remake preferisce restare in superficie. Il tema ecologista, oggi più attuale che mai, viene evocato ma non davvero approfondito, e le invettive contro corruzione e avidità si limitano a caricature di routine. Ne risulta un film che diverte, intrattiene e omaggia, ma che non morde mai davvero.
Un cult ripulito
The Toxic Avenger è un paradosso: divertente, ironico, ben recitato, eppure incapace di scatenare quella furia sporca e disturbante che lo avrebbe reso memorabile. Macon Blair consegna un film guardabile, a tratti spassoso, sostenuto da un cast di grande livello e da un sincero amore per il materiale originale. Ma proprio questo amore resta imbrigliato in troppa cautela, trasformando la rabbia radioattiva della Troma in un prodotto piacevolmente strano, ma innocuo. Una fiaba tossica che non avvelena mai davvero.
The Toxic Avenger arriva in sala il 30 ottobre, distribuito da Eagle Pictures.

