“Thunderbolts”, dopo un periodo di attesa, arriva finalmente nelle sale italiane il 30 aprile. Un nuovo capitolo in casa Marvel che inizia a rimetter insieme i pezzetti di puzzle che ha disseminato in giro. Qui, infatti, si riuniscono i destini di personaggi che finora non abbiamo avuto modo di vedere nel loro protagonismo.
Cosa vedere prima di andare in sala? Beh se vogliamo proprio partire dagli inizi, è inevitabile riguardare “The Winter Soldier”. Dobbiamo, infatti, ripartire da Bucky e ripercorrere la storia dei suoi traumi e del suo lavaggio mentale per poter cogliere a pieno le diverse sfaccettature che accompagnano i diversi personaggi. Siamo davanti a un cast fatto di anti-eroi che, lentamente, diventano sempre più protagonisti della scena e da “ultimi” riescono a diventare “primi”.
La lista di recupero è quindi:
- Ant-Man and the Wasp
- The Falcon and the Winter Soldier
- Black Widow
- Hawkeye
- Wakanda Forever
- Captain America: Brave the New World
Occhio agli spoiler!

“Thunderbolts” è fuori dagli schemi del MCU
«Guarda un secondo in che parte di fase siamo dell’MCU… ho perso il conto» – Sara.
Il disorientamento iniziale è una sensazione condivisibile per molti spettatori che seguono l’MCU da anni. “Thunderbolts” non è solo un nuovo tassello nel grande mosaico Marvel: è un’opera che si inserisce in modo atipico nella narrazione dell’universo condiviso.
Con un tono più personale, quasi dimesso, il film si emancipa dalle regole canoniche dei blockbuster supereroistici e si concentra su personaggi fragili, feriti e profondamente umani.
Una recensione fuori formato, per un film fuori formato
Nota di redazione:
Proprio perché Thunderbolts è un film che rifiuta la linearità e gli schemi tradizionali, anche questa recensione ha scelto un approccio diverso. Un testo a quattro mani, fatto di dialogo, impressioni dirette e riflessioni incrociate. Aida e Sara hanno condiviso l’esperienza in sala e, considerate le tematiche affrontate nel corso della pellicola, hanno deciso che «l’unione fa la forza».
In un mondo dove tutto sembra già visto, serviva un modo diverso di raccontarlo.
«Una nuova banda di squilibrati… porta un po’ di luce in questa MCU» -Sara.
«E allora raccontiamola così, questa banda» – Aida.
I protagonisti: da comparse a cuore pulsante del film
Nel film troviamo personaggi che, fino a ieri, erano di contorno. «Erano di contorno ad altri film, adesso prendono il ruolo da protagonista» – Aida. Il caso più evidente è quello di Yelena Belova, interpretata da Florence Pugh, che qui conquista finalmente il centro della scena. «Il film si apre con Florence Pugh che ha un ruolo più da protagonista e questo si vede poi anche nel corso del film rispetto agli altri» – Sara.
Anche Bucky Barnes, nonostante un passato glorioso nei film degli Avengers, sembra avere qui un’evoluzione interessante: «Ad esempio, aveva già avuto il suo spazio nei film degli Avengers, ma qui il suo ruolo è più centrale, più sviluppato. Lo stesso vale per Yelena: è una Yelena diversa, più profonda. Ognuno di loro era già stato introdotto nel MCU, ma in Thunderbolts ha finalmente un ruolo nuovo» – Sara.
Fragilità e umanità: quando i supereroi diventano persone
Uno degli elementi più inaspettati del film è la profondità emotiva. Finalmente, i supereroi non sono solo super, ma anche umani:
«Il film tocca la fase più personale… fa rendere i supereroi molto più persone normali» – Sara.
«Infatti finora abbiamo avuto modo di vedere degli eroi praticamente intoccabili. Il loro “viaggio” era tra i più classici. Erano pochi quelli che si distaccavano da questa visione, ma comunque hanno concluso il loro arco narrativo col sacrificio. Al massimo abbiamo avuto modo di saggiare degli Anti-eroi che erano “anti” solo per il loro modo di agire, non tanto per le loro intenzioni. Non vi era un vero e proprio egoismo a muoverli, quanto più la voglia di preservare o di “vendicare”. Mentre qui siamo davanti a degli errori tangibili evoluti in traumi!» – Aida.
“Thunderbolts” mostra personaggi che combattono con i propri demoni interiori, spesso più insidiosi dei nemici esterni.
«Questo film è molto più personale, molto più umano, dato che si ragiona anche nella parte emotiva, psicologica, problematiche che abbiamo magari noi tutti al giorno d’oggi» – Sara.

Il nuovo arrivato: The Void
Tra i personaggi inediti c’è Bob, ovvero The Void, un antieroe/villain in bilico tra bene e male.
«Un nuovo personaggio che non si era mai visto nell’MCU… è un antieroe/villain che vacilla tra queste due cose» – Sara.
«Vacilla proprio a causa della sua umanità. Appare fin da subito evidente la sua instabilità mentale. Una problematica incrementata dall’uso di sostanze oltre che dai traumi del suo passato» – Aida.
Un personaggio affascinante, nato da esperimenti e traumi, che diventa il simbolo perfetto della complessità emotiva che il film vuole esplorare.
«A mio parere è uno di quei villain che non è poi villain… potrebbero creare molte storie e molte cose» – Sara.
Tanta azione, ma anche spazio per i momenti comici
Nonostante l’introspezione, “Thunderbolts” non rinuncia a scene d’azione spettacolari e a un umorismo ben dosato.
«Il film ha delle bellissime scene d’azione. Tutti i personaggi hanno dei loro tempi, i tempi comici sono azzeccatissimi» – Sara.
C’è però un piccolo rimpianto: «Avrei tanto preferito vedere anche le stanze degli altri» – Sara, riferendosi a una scena chiave che avrebbe potuto valorizzare meglio il gruppo nel suo insieme, non solo la protagonista.
«Anche se, va detto, che di almeno un altro personaggio – senza fare spoiler – la “stanza” viene mostrata. Resta pur vero che è quasi un espediente narrativo affinché l’intero gruppo possa decidere di “abbracciare” l’oscurità, ma sarebbe bello poter esplorare i traumi di questa disfunzionale banda» – Aida.
Le scene post-credit e il futuro del MCU
Il film si chiude con due scene post-credit.
«La prima inutile, la seconda che aprirà al nuovo e fatidico e tanto atteso film dei Fantastici 4» – Sara
«La prima è palesemente un modo per poter dare un po’ più di spazio alla comicità scenica di David Harbour. Perchè gli autori sono perfettamente consapevoli dell’amore che il pubblico ormai nutre per questo attore» – Aida.
E qui si alza l’hype:
«Tanti commenti per questa prima scena dei Fantastici 4… ricordiamoci, gli ultimi Fantastici 4 non esistono. I veri nostri sono quelli con Jessica Alba» – Sara
«Dimenticabilissimo quel tentativo di rebot che, sinceramente, è stato cancellato dalla mia memoria nell’esatto istante in cui l’ho visto. In questo caso, nel momento in cui Yelena annuncia “l’avvicinamento di una navicella dallo spazio”, la prima cosa che ho pensato è stata: “sono i Fantastici 4”. Cosa telefonatissima, per carità. Sappiamo tutti quanto l’hype dei fan MCU stia ruotando intorno a questo arrivo… penso che si sarebbe rivoltata l’intera sala se non ci avessero dato qualche anticipazione!» – Aida.
Con nomi come Pedro Pascal e Vanessa Kirby, la nuova formazione promette molto. E Thunderbolts è la rampa di lancio perfetta.
Un film che rompe le regole
“Thunderbolts” è forse il film più umano mai prodotto nell’MCU. Abbandona l’epica, riduce il rumore, e si avvicina di più al cuore dei suoi personaggi. È per questo che, alla fine, lo spettatore si sente coinvolto non solo nello scontro, ma anche nel dolore, nella rabbia e nel desiderio di redenzione che attraversano ogni singola scena.
Piccola nota a margine va fatta anche sul personaggio di Valentina. Qui, finalmente, abbiamo modo di vedere parte del suo passato fumettistico, un elemento che evidentemente mancava, e che viene sottolineato dalla presenza in scena di attori italiani. Noi, in anteprima, abbiamo visto la versione doppiata, ma siamo sicuri che riguarderemo quella scena in V.O. nel momento in cui questo film verrà caricato su Disney+. Fumettisticamente parlando questo è uno dei personaggi più interessanti da osservare, specie in questa fase. Lei tiene le regole del “doppio gioco” e maschera le sue intenzioni attraverso la pubblica facciata del perbenismo. Caratteristiche che fanno da motore alla narrazione di questa pellicola.
In un MCU che a volte rischia l’automatismo, “Thunderbolts” sorprende per sincerità. E forse, in quel caos sgangherato, c’è davvero un po’ di luce. Con questa pellicola appare evidente che non era così complicato riuscire a scrivere bene una sceneggiatura. Scrivere, soprattutto, personaggi che avessero un background e usare ciò che avevamo avuto modo di vedere in passato. Un sapiente modo per poter tirare le fila, elemento chiave che aveva reso grande l’MCU fino a “Endgame”. Speriamo che la direzione possa continuare ad essere questa e che, gli ultimi rinvii in calendario, siano effettivamente dovuti a una ritrovata maturità nelle sceneggiature.