Anima Nera

Roma, 28 ottobre — La Discoteca Laziale che per una sera diventa confessionale. Luci accese, mani tese, cori che anticipano ogni parola. Guido, per tutti Il Tre, entra così: con quel misto di timidezza e appartenenza che lo accompagna da sempre. Nessuna barriera, nessuna distanza: il piccolo cordone divisivo si confonde con il pubblico, i fan gli parlano come si parla a un amico che non si vede da tempo. E lui risponde, con la stessa naturalezza di chi non ha mai dimenticato da dove viene.

C’è un calore raro nell’aria, di quelli che nascono solo quando l’artista non recita, ma si racconta. E Guido si racconta davvero. Lo fa ridendo, scherzando, abbassando la voce quando tocca i punti più delicati. Come quando parla di “Francesca”, uno dei brani più attesi del nuovo album Anima Nera, in uscita il 7 novembre per Warner Music Italy.

«In questa canzone non c’è cattiveria, non c’è odio, non ci sono frecciatine. Solo dolcezza e serenità», confessa. «È nata per caso: volevo fare un pezzo rap incazzatissimo, poi ho detto “No, leviamo tutto”. Ho preso il pianoforte e ho scritto Francesca è una ragazza senza grilli per la testa. Da lì è uscito tutto il resto».

Lo racconta con la leggerezza di chi ha fatto pace con il passato, ma anche con la consapevolezza di chi sa di avere ancora molto da dire. «Io non faccio canzoni allegre, sono la malinconia in persona» sorride, «ma stavolta volevo che fosse diverso, perché quello che ricordo è stato bello, e volevo trasmettere proprio quella gioia».
E quando qualcuno gli chiede se scrivere una canzone così personale non sia stato difficile, risponde con la semplicità che lo distingue: «Se condivido un pensiero che mi pesa, piano piano pesa di meno. L’ho fatto per me, non per voi. Perché un artista deve dire quello che sente, nel bene e nel male».

Anima Nera nasce da questa urgenza. Dopo i singoli Paura di me e Cani randagi, il terzo album di Il Tre si preannuncia come il progetto più introspettivo e maturo della sua carriera: un viaggio dentro le ombre, le paure e le contraddizioni che abitano ogni essere umano. «È un disco più cantautorale, più melodico» spiega, «ma con le radici sempre nel rap, perché quella è casa mia».

Nel racconto di Guido, la vulnerabilità non è un difetto ma un punto di forza. Anima Nera è la fotografia sincera di un ragazzo che cresce insieme alla sua musica, alternando rabbia e dolcezza, fame e gratitudine. Dopo i successi di ALI e Invisibili — rispettivamente Disco di Platino e Disco d’Oro — e dopo l’esperienza a Sanremo con Fragili, Il Tre conferma di essere una delle voci più autentiche e riconoscibili della nuova generazione.

Durante l’incontro, tra selfie, abbracci e risate, il legame con i fan si trasforma in un’unica grande energia condivisa. Nessuna posa, nessuna distanza scenica: solo Guido, il ragazzo che ha imparato a trasformare il buio in musica, e una folla che lo ascolta come si ascolta un amico quando decide di parlarti davvero.
«Io non mi sento arrivato», dice verso la fine. «Finché avrò quel fuoco dentro, continuerò a scrivere, a cantare, a essere me stesso. Il giorno che si spegnerà, forse farò canzoni in spagnolo» — ride, e la sala ride con lui.

A novembre arriverà anche il Live Tour 2025, con date a Bologna, Firenze, Padova, Torino, Molfetta, Milano e Roma. Ma quella che si è vissuta stasera è già una tournée in miniatura: un viaggio emotivo in cui Guido si è spogliato di ogni filtro, lasciando che la sua anima nera diventasse luce condivisa.

di Aida Picone

Guardo troppi film e parlo troppo velocemente, ma ho anche dei difetti!

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