“Bend & Break”, il nuovo singolo di JVLIA, uscito l’11 luglio per Neowave, è tutt’altro: L’inno sporco e bellissimo di chi non si arrende

JVLIA – all’anagrafe Giulia De Gregorio, classe 1994, originaria di Paola (CS) – è cresciuta tra punk-rock, soul ed elettronica. A 16 anni era già sul palco con una band, scrivendo in inglese. Oggi canta anche in italiano e non fa sconti. Nella sua musica si sente tutto: lo smarrimento, la rinascita, la guerra interiore contro chi vuole omologarti.
“Ho attraversato la fine di tante cose, e nel momento in cui pensavo di aver perso tutto, ho cominciato a ritrovare me stessa”.
C’è un certo tipo di dolore che non cerca consolazione, ma riconoscimento. Un dolore che pulsa sotto la pelle e ha bisogno di parole che non curino, ma raccontino. Ed è proprio da lì – dal vuoto, dalla crepa, dalla frattura – che nasce “Bend & Break”, il nuovo brano di JVLIA, che torna dopo “VAGO” con un singolo ancora più crudo, diretto, incandescente.
Con “Bend & Break”, JVLIA non cerca di piacere. Cerca di farsi sentire, e lo fa senza filtri.
La sua voce non accarezza: graffia, urla, sputa fuori una verità che ha il sapore della delusione e della sopravvivenza emotiva. È un canto per chi non si aspetta salvezza, ma solo che qualcuno riconosca il dolore, lo guardi negli occhi e non distolga lo sguardo.
Il tappeto sonoro è un campo di battaglia: batteria elettronica che batte come un cuore sotto shock, synth sbilanciati, distorsioni calde e taglienti, in un mix corrosivo di pop, rock, elettronica e punk esistenziale. Nessuna concessione alla radiofonicità o all’estetica levigata delle playlist da aperitivo: “Bend & Break” si rifiuta di essere musica di sottofondo. È un brano che ti investe, ti provoca, ti costringe a sentire.
Questo nuovo capitolo artistico segna una svolta netta per JVLIA, che dopo aver toccato corde più rarefatte con “VAGO”, decide ora di rompere definitivamente la superficie. “Bend & Break” è il manifesto di chi ha smesso di chiedere il permesso di essere sé stesso. È il suono delle crepe che si allargano, dell’identità che esplode.
Un brano che si farà sentire addosso, come un’eco che rimbalza dentro, scomoda ma necessaria.
Perché in un’epoca in cui è facile parlare e difficile ascoltare, JVLIA sceglie di farsi sentire davvero. Anche a costo di disturbare.

