Bisognerebbe investire molto di più nella visione di progetti indipendenti come “Good Boy”. L’horror di apertura della ventitreesima edizione di Alicenellacittà ha colpito il cuore del pubblico in sala, sorprendendo per originalità e intensità emotiva.
Si parte da una semplice domanda: ti sei mai chiesto perché il tuo cane fissa un punto nel vuoto, abbaia nel nulla?
Da lì, il film evolve il concetto, muovendosi con passo sicuro tra suggestioni scientifiche e derive paranormali. Una coppia di fratelli discute per cercare di tenere sotto controllo la salute di lui. Ma Todd, deciso a non affrontare la realtà del proprio peggioramento, sceglie l’isolamento. Si trasferisce nella vecchia casa di famiglia, circondata da un inquietante cimitero a pochi isolati dall’ingresso. Un’idea che sarebbe potuta venire allo stesso Stephen King, ma che qui trova una potenza visiva sorprendente.
La grande idea alla base del film è quella di raccontare l’intera vicenda dal punto di vista del cane, Indy. È lui il vero protagonista, e lo spettatore ne segue lo sguardo, il fiuto e persino gli incubi. Indy non vede neanche il volto del suo padrone, se non in una sola scena: una scelta audace, che si rivela vincente nel creare una suspense costante e immersiva. La tensione è palpabile fin dai primi istanti ed è mantenuta grazie a una regia attenta, che calibra perfettamente i tempi narrativi sugli spostamenti e le percezioni del cane. I jump scare sono inaspettati, tensivi e soprattutto significativi: non mai gratuiti, ma parte integrante della costruzione psicologica del racconto.
Indy è anche il cane reale della coppia che ha realizzato il film – regista e produttrice – e ha richiesto tre anni di preparazione per ottenere la giusta resa espressiva e sonora. Il risultato è impressionante: una performance straordinaria, nonostante le quattro zampe, capace di trasmettere empatia e paura in egual misura.
Il tutto si muove su tematiche fortemente presenti lungo la narrazione: l’impotenza, la paura dell’invisibile e l’amore incondizionato. Lo spettatore si ritrova a provare la stessa impotenza di Indy, incapace di comunicare ciò che percepisce ma costretto a reagire. Quei segnali invisibili che solo lui avverte diventano, nel mondo filmico, mostri di fango e presenze oscure. Le oscure presenze si rivestono di un intenso simbolismo: esse non sono altro che delle proiezioni. Non vogliamo fare spoiler per non rovinarvi la narrazione, ma nel corso del film è inserito persino la corretta spiegazione per ciò che sta avvenendo.
Good Boy è un piccolo gioiello del cinema indipendente: un film che osa, emoziona e spaventa con eleganza; ricordandoci che, a volte, chi vede davvero non è l’uomo ma il suo cane.
Dal 31 ottobre, Good Boy sarà disponibile su Sky Primafila, Prime Video, Google TV, Apple TV, YouTube, TimVision, Rakuten TV, Mediaset Infinity e Chili per il noleggio e per l’acquisto.

