Esorcismo

Ispirato al celebre caso di possessione realmente riconosciuto dalla Chiesa cattolica, L’esorcismo di Emma Schmidt – The Ritual del regista David Midell si presenta come un ritorno all’horror più classico, con l’ambizione di raccontare in modo realistico e rigoroso uno dei riti più misteriosi e controversi della fede cristiana.

Tra ripetizione e prevedibilità

La vicenda si svolge nel 1928, a Earling, Iowa. La giovane Emma Schmidt (Abigail Cowen) viene accolta in convento dopo mesi di comportamenti inspiegabili che la medicina non riesce a curare. Padre Joseph Steiger (Dan Stevens), parroco del luogo, chiede l’intervento di padre Theophilus Riesinger (Al Pacino), uno dei massimi esperti in esorcismi. Da qui ha inizio un lungo rituale che si consuma in un’alternanza costante di notti inquiete e giornate dubbiose, tra invocazioni bibliche, crisi di fede e sussurri demoniaci. Ma il problema non è solo la prevedibilità: il film si impantana in una struttura ripetitiva che spegne progressivamente ogni tensione.

I rituali si susseguono con ritmo monocorde, senza mai generare un autentico senso di minaccia. La narrazione si limita a reiterare la stessa dinamica – esorcismo, esitazione, nuovo tentativo – senza variazioni sostanziali, e senza che lo spettatore avverta una reale progressione emotiva o drammatica. È un peccato, perché la materia sarebbe fertile: le dinamiche tra fede e dubbio, l’oppressione del male, il corpo come campo di battaglia tra sacro e profano. Purtroppo, il tutto viene trattato in maniera molto superficiale.

Un orrore privo di atmosfera

Nonostante l’impegno di voler rappresentare fedelmente un rito tanto delicato, The Ritual manca clamorosamente l’obiettivo più importante per un horror: trasmettere paura. Nessuna sequenza riesce a farsi veramente inquietante, nessun momento lascia addosso un senso di disagio. Gli effetti speciali sono ordinari, il sonoro è privo di invenzioni, e il body horror è appena abbozzato. La regia, che nelle intenzioni avrebbe dovuto essere immersiva, si rivela piuttosto confusa: la camera a mano viene impiegata anche nelle scene più statiche, rendendo difficile seguire i momenti cruciali del racconto. Alcune inquadrature sembrano uscite da un found footage mal riuscito, e il montaggio alterna momenti di eccessiva frenesia a pause inutilmente dilatate.

Un cast sprecato

Il cast, pur sulla carta solido, non riesce a risollevare la fragilità dell’insieme. Dan Stevens è poco più di una presenza accessoria, mentre Abigail Cowen, pur volenterosa, è lasciata a una gamma espressiva limitata. Al Pacino, che avrebbe potuto essere il cuore pulsante del film, appare stanco, imbrigliato in un personaggio abbozzato e in un accento incerto che evapora non appena inizia a declamare a voce alta. Le dinamiche tra i due sacerdoti, potenzialmente interessanti, restano abbozzate, e anche il contesto religioso che dovrebbe fare da sfondo – il convento, le suore, la Chiesa – risulta appena accennato.

Il vero demone è la noia

Il film ha un’intuizione interessante: mostrare l’esorcismo non come uno spettacolo, ma come un processo faticoso, psicologicamente e fisicamente logorante. Tuttavia, alla lunga questa scelta si ritorce contro la narrazione, che diventa meccanica, priva di energia. Neanche l’intento di “umanizzare” il rituale riesce a trovare una forma convincente: i personaggi restano distanti, le implicazioni morali appena sfiorate. E ciò che avrebbe dovuto essere un viaggio nelle profondità dell’animo umano si trasforma in un susseguirsi di scene stanche, tutte simili tra loro.

L’unico elemento che davvero affascina è la storia originale di Emma Schmidt, figura che da decenni alimenta l’immaginario collettivo attorno al tema della possessione. Ma anche questa forza archetipica viene sprecata, lasciata sullo sfondo come semplice pretesto narrativo.

L’esorcismo di Emma Schmidt – The Ritual, in sala dal 29 maggio con Midnight Factory, si propone di raccontare un esorcismo come non l’abbiamo mai visto. Ma finisce per ricalcare – senza tensione né autenticità – tutti gli stereotipi del genere, in una battaglia contro il male combattuta con armi spuntate.

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